E improvvisamente... ecco Cagliari P QUADRO TRAVEL, RACCONTAMI IL VIAGGIO DEI TUOI SOGNI... IO GLI DARÒ FORMA

Panorama da Castello

Panorama da Castello

La spiaggia del Poetto

La spiaggia del Poetto

Il Golfo di Cagliari

Il Golfo di Cagliari

 

E improvvisamente... ecco Cagliari

“E improvvisamente ecco Cagliari: una città nuda che si alza ripida, dorata, accatastata nuda verso il cielo dalla pianura all’inizio della profonda baia senza forme. È strana e piuttosto sorprendente, per nulla somigliante all’Italia. La città si ammucchia verso l’alto, quasi in miniatura, e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, che si erge spoglia e fiera, remota come se fosse indietro nella storia, come una città nel messale miniato da un monaco. Ci si chiede come abbia fatto ad arrivare là. Sembra la Spagna, o Malta: non l’Italia.”

David Herbert Lawrence, Mare e Sardegna, 1921

 

Molte cose sono cambiate da quando D.H Lawrence visitò Cagliari, un moderno visitatore forse oggi stenterebbe a riconoscerla nelle sue parole, trovandola viva e colorata: basterebbe una visita in primavera quando i filari di Jacaranda che contornano i viali cittadini si tingono di viola intenso, e migliaia di fenicotteri rosa si radunano nello stagno di Molentargius colorandone la superficie, mentre turisti e residenti percorrono i viali e le piazze del centro storico, apprezzandone la bellezza architettonica e l’atmosfera rilassata.

Vitalità e colori che esplodono il 1 Maggio, in occasione della Festa di S.Efisio, principale avvenimento nella tradizione cittadina da ormai oltre 3 secoli e mezzo, che attira migliaia di persone da tutta l’isola e dal mondo intero per ammirare la sfilata di centinaia di partecipanti in costume d’epoca.

Ciò che troverebbe immutato è invece la percezione e suggestione della storia, che ha plasmato la città fondendo insieme il carattere mediterraneo e quello europeo, creando un insieme urbano scenografico e panoramico in cui l’architettura occidentale si fonde con l’esotismo africano delle palme, e le epoche si affiancano e sovrappongono senza soluzione di continuità.

 

Crocevia delle rotte del Mediterraneo, Cagliari conserva le tracce delle civiltà antiche che si sono succedute nei secoli, conferendole la sua indole aperta e ospitale, e la sua struttura ‘stratificata’.

Le sue radici affondano fino al neolitico (6000-3000 a.c.), trovando un primo assetto urbano moderno grazie ai Fenici ed ai Punici che ne fanno un importante città commerciale, testimoniata dalla necropoli di Tuvixeddu, la più grande del mediterraneo.

Dopo le guerre puniche il dominio passa in mano a Roma, che plasma le fondamenta della città per come la conosciamo oggi, e lascia innumerevoli tracce, tra cui spiccano L’Anfiteatro, la Villa di Tigellio o la Grotta della Vipera, perfette metafore della vita e della morte nei tempi antichi: impossibile restare indifferenti davanti alle storie di sofferenza che possiamo rivivere calpestando le gradinate dell’Anfiteatro, o il romanticismo della vicenda di Attilia Pomptilla e del suo consorte Cassio Filippo tramandato dalle poetiche iscrizioni latine e greche della loro tomba detta ‘della Vipera’ per i serpenti scolpiti sul frontone.

Col declino dell’impero romano e il diffondersi del cristianesimo Cagliari attraversa secoli di transizione e mutamenti, caratterizzati dalla presenza dei Vandali e dei Bizantini, come testimonia la suggestiva Chiesa di S.Saturno, la più antica di Sardegna, per rifiorire nel periodo cosiddetto dei Giudicati (IX-XII d.c.), regni autonomi locali che conferiscono alla città autonomia e indipendenza.

Dal XIII secolo però l’arrivo dei Pisani interrompe questa autonomia: essi occupano la città e fortificano i quartieri più alti con una poderosa cinta muraria, su cui spiccano le torri dell’Elefante e di S.Pancrazio, secoli dopo definite da Carlo V tra le migliori d’Europa; nasce così l’attuale quartiere di ‘Castello’, centro del potere politico e religioso della città medievale, che riconosciamo nel Palazzo di Città e nella Cattedrale di S.Maria, circondato dagli altri quartieri di ‘Stampace’, ‘Marina’ e ‘Villanova’, che ancora oggi formano il centro storico della città moderna.

Dopo solo un secolo, nel 1324, l’arrivo degli Aragonesi, in seguito uniti alla Corona Catalana, segna una nuova tappa fondamentale nella storia della città, che entra a far parte della Corona di Spagna: quattro secoli di dominazione, spesso dura e repressiva, che lasciano profonde tracce nella cultura e storia locale, riconoscibili ancora oggi nella lingua, nelle tradizioni e nella famosa Bandiera dei 4 Mori, simbolo legato alle guerre della ‘reconquista’ spagnola ai danni delle popolazioni arabe-nordafricane. Anche l’architettura cambia, soprattutto per le esigenze militari di difesa dalle nuove tecnologie belliche: l’uso dell’artiglieria impone la demolizione delle mura medievali e la costruzione dei poderosi bastioni che circondano i quartieri, conferendo alla città quell’aspetto duro e arroccato che tanto colpì Lawrence, ma trasformati ora in splendide piazze panoramiche, come i Bastioni di Saint Remy e di S.Croce, da dove ammirare il panorama sulla città e il Golfo degli Angeli.

La situazione cambia ancora dal XVIII secolo, col passaggio del Regno di Sardegna ai Savoia, e la nascita del Regno Sardo-Piemontese, nucleo originario del futuro Regno D’Italia, passaggio incarnato, simbolicamente, dal prestigioso Palazzo Regio in Castello.

Epoca caratterizzata da profondi mutamenti politici e sociali, riconoscibili nei mutamenti architettonici della città che perde parte della sua immagine di piazzaforte militare medievale in favore di una struttura urbana più moderna e di respiro europeo, con la demolizione di mura e alcuni bastioni e la realizzazione di ampi viali per ‘aprire la città al mare’ e conferirle l’aspetto arioso ed elegante che la caratterizza oggi, con le file di facciate liberty che accolgono e sorprendono il visitatore che arriva dal mare, tra cui spicca il bianco edificio del Municipio, felice sintesi di liberty e gotico catalano.

Nel XX secolo inizia un lento ma costante processo di modernizzazione, che esplode dopo la II Guerra Mondiale, in seguito ai bombardamenti anglo-americani del 1943 che distruggono il 40% della città e lasciano cicatrici ancora visibili in alcuni angoli, ma soprattutto nella memoria collettiva dei cittadini, e di cui si può avere percezione diretta visitando i rifugi sotterranei che accolsero la popolazione, come l’ipogeo della Cripta di S.Restituta; si impone un rinnovamento e una rinascita, per superare i danni materiali e il trauma psicologico: nascono così i nuovi quartieri moderni che espandono la superficie cittadina e le permettono di uscire dagli spazi ristretti del centro storico, definendo l’aspetto attuale dell’area metropolitana, vasta, legata indissolubilmente al mare e all’ambiente naturale che la circonda, fatto di stagni e spiagge sabbiose, e che non mancheranno di sorprendere positivamente il fortunato visitatore.

 

Andrea Pompei

Guida Turistica iscritta al n. 688 dell'albo Regione Sardegna